L’industria dell’asset management ha registrato un saldo negativo per 3,3 miliardi. In calo a 2.197 miliardi il patrimonio (- 3,7% su agosto). Da inizio anno la raccolta è positiva per 15,7 miliardi, dei quali 11,6 in capo ai fondi
Si è chiuso in salita il semestre dei gestori. A settembre è arrivata la conferma di un’inversione di tendenza, già emersa il mese precedente, nei flussi di raccolta dell’industria del risparmio gestito. Con un saldo negativo per 3,3 miliardi, infatti, il settore ha decisamente peggiorato la posizione rispetto ad agosto (-393 milioni), ma nonostante la battuta d’arresto, da gennaio il risultato resta comunque positivo per 8,5 miliardi. Anche in questa occasione sono stati i fondi comuni a determinare le sorti dell’intero sistema. La perdita è stata pesante (-2,6 miliardi contro -328 milioni precedenti), ma anche in questo caso da gennaio il dato rimane in attivo per 11,6 miliardi (15,7 includendo i fondi chiusi). In rosso anche il saldo dei mandati istituzionali (-843 milioni), mentre hanno tenuto le gestioni retail (148 milioni)
Retromarcia anche per il patrimonio complessivo dell’industria, sceso a 2.197 miliardi, con un ridimensionamento del 3,7% rispetto ad agosto e del 15,3% rispetto al record storico di 2.594 miliardi raggiunto alla fine del 2021. Insomma, l’effetto combinato dei deflussi e quello derivante dall’andamento negativo dei mercati hanno inferto un colpo pesante alle masse in gestione (che sono prevalentemente collocate nei portafogli dei fondi: per il 52,6% fanno capo alle gestioni collettive e per il restante 47,4% a quelle di portafoglio).
All’interno di questo segmento ci sono stati alcuni movimenti significativi. Nonostante l’andamento molto incerto e volatile dei listini, gli azionari sono rimasti in territorio positivo, anche se con un calo verticale dei flussi rispetto ad agosto (da 661 a 60 milioni), mentre hanno invertito la rotta i prodotti monetari (da -366 a +880 milioni), complice il progressivo e massiccio rialzo dei tassi. Da segnalare, inoltre, il ritorno in territorio negativo degli obbligazionari (-1,8 miliardi), il peggioramento dei flessibili (da -547 milioni di agosto a -1 miliardo attuale) e, soprattutto, l’inversione di rotta dei bilanciati che dopo una lunghissima serie di risultati positivi hanno archiviato il mese con un deficit di 695 milioni. Nei primi 9 mesi dell’anno gli azionari guidano il comparto con un incasso di oltre 18 miliardi seguiti a distanza dai bilanciati (6 miliardi) e dai monetari (5,8 miliardi). Pesante, infine, il bilancio semestrale degli obbligazionari dalle cui casse sono usciti ben 15,7 miliardi.
Nonostante il mese difficile, i dati positivi tra i gruppi del risparmio non mancano e Amundi con un saldo pari a 735 milioni ha ottenuto il risultato migliore di tutti. In attivo anche i conti di Poste Italiane (318 milioni), di Mediolanum (285 milioni), di Arca Sgr (256 milioni) e di Allianz (185 milioni). Segno meno invece, per il gruppo Intesa Sanpaolo (-2,4 miliardi) , per Generali (-158 milioni), Anima (-171 milioni), Deutsche Bank (-310 milioni), Bnp Paribas (-447 milioni) e per Ubs Asset Management (393 milioni).